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Il cambiamento comincia quando compiamo scelte diverse

  • Stefania Ludovici
  • 14 lug 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 27 lug 2022

Quando ero una studentessa di liceo, prendevo l’autobus per andare a scuola.

Stessa fermata, stesso orario, e quasi sempre stesse persone che a quell’ora aspettavano con me.


Poi un giorno dei lavori in corso sulla strada mi avvisano che il bus avrebbe seguito un tracciato diverso e, con un po’ di disappunto e un pizzico di preoccupazione decido di prendere il tram.

Per arrivarci dovevo percorrere un tratto di strada che costeggiava un campo incolto, ricettacolo di immondizia e rovi di more.


Quando salgo, scopro che a quell’ora nel vagone ci sono molti più studenti che sul bus. Alcuni studiano o ripassano, forse in vista di una possibile interrogazione, altri chiacchierano e ridacchiano a voce alta dei loro professori.


Mi sento subito a mio agio nel vagone. Non credevo ci fossero così tanti ragazzi la mattina sul tram e mi chiedo come mai io non abbia mai pensato di prenderlo prima.

Poi la mia attenzione viene catturata da una ragazza che fino a qual momento non avevo visto. Era seduta da sola, assorbita dalla lettura di un libro che aveva tra le mani. Leggeva 1984 di Orwell. Ancora non lo conoscevo. Ma doveva essere una storia davvero avvincente visto che ogni tanto tirava fuori una matita e appuntava qualcosa su un quadernino che aveva nella tasca della giacca. Non scriveva ma disegnava o meglio buttava giù uno schizzo col carboncino.


È stato in quel momento che ho preso 2 decisioni: volevo conoscere quella ragazza e leggere anch’io quel libro.

Come è andata a finire questa storia?

Quella ragazza è stata la mia migliore amica per tutti gli anni delle scuole superiori, il mio punto di riferimento importante e la mia suggeritrice preferita di libri da leggere. 1984 è stato un libro rivoluzionario, uno dei fondamentali per la mia crescita e per lo sviluppo del mio pensiero critico.

Ancora oggi, quando mi capita di salire su un tram, come per una madeleine, ripenso ai bozzetti nel quaderno della mia amica, e sorrido.


Niente di tutto questo sarebbe mai accaduto se avessi continuato a scegliere il bus. Il cambiamento comincia quando compiamo scelte diverse.


Perché allora se questo è vero, temiamo così tanto il cambiamento?


Siamo la società che più punta al progresso, alla trasformazione e al dinamismo, con più paura del cambiamento.

Non è un paradosso questo?

Eppure che ci piaccia o meno, la nostra vita ciclicamente è sottoposta a cambiamenti: ci sposiamo, ci separiamo, cambiamo casa, perdiamo un lavoro, troviamo un nuovo impiego, diventiamo genitori, invecchiamo...

Ma allora perché ne abbiamo paura?


  1. Il cambiamento ci fa paura perché ci confronta con quello che non conosciamo, ovvero con l’ignoto (il perturbante di Freud). Un vecchio proverbio recita: Chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova. Ce lo hanno ripetuto talmente tante volte e alla fine anche noi ci siamo convinti. Quando siamo vicini ad una scelta che potrebbe portare a un cambiamento, s’innesca un innato meccanismo difensivo, che ci porta a resistere: Se faccio quello che ho sempre fatto, tutto andrà bene, so come affrontarlo. Susan Jeffers, psicologa e scrittrice dice “ qualsiasi cosa tu scelga, qualunque cosa tu faccia, quella scelta ti porterà delle opportunità che non avresti mai considerato”. Perciò dico io, non esistono scelte sbagliate. Ci sono solo diverse opportunità.

  2. Non pensiamo di poter affrontare il cambiamento perché non crediamo in noi stessi. “Non ce la posso fare”! “È una cosa troppo grande per me”! Questo accade quando dalla valle guardiamo la cima della montagna. Ci scoraggiamo quando pensiamo a tutta la fatica e la sofferenza che dovremmo affrontare per salire fin lassù. Eppure si sale un passo alla volta. Pensare in piccolo ti aiuta a concentrarti su quello che puoi fare oggi, senza sentirti sopraffatto dalla complessità dei tanti passaggi. Un giorno alla volta, uno spostamento alla volta, ti permette di sentirti in controllo della tua vita e di aumentare gradualmente la tua sicurezza, espandendo la tua zona di comfort. Perciò dico io, tra il dire e il fare, ci sono i piccoli passi da compiere.

  3. Temiamo il cambiamento perché cambiare significa inevitabilmente abbandonare una parte di sé, buttarsi alle spalle una determinata situazione. Pensiamo a quando un amore finisce. Tutto quello che questo amore rappresenta, rimane dentro di noi e spesso la paura di perderlo è talmente forte che ci paralizza. E rimaniamo in relazioni tossiche per anni, perché abbiamo troppa paura di dire addio a quelle parti di noi, più che all’altra persona. Non permettere che la tua paura sia più forte del tuo desiderio di vivere al tuo pieno potenziale.

  4. Pensiamo di avere solo due opzioni possibili. Quando stiamo cercando di prendere una decisione, crediamo di avere solo 2 alternative: mi tengo il lavoro che odio oppure lo lascio e muoio di fame?. Per quanto a volte sia difficile da vedere, c’è sempre -almeno!- un’altra opzione. Può richiedere un po’ di tempo pensare alle soluzioni possibili, ma ci sono sempre altre possibilità.

Perciò, quando hai paura del cambiamento:

Sappi che non durerà per sempre. - Sforzati di restare nel presente. - Lascia andare il controllo - Ricorda i cambiamenti che hai superato. - Cerca le opportunità - E abbi fiducia nel cambiamento, tutto accade PER noi.



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